Mercoledi e Giovedi scorso a Milano c’è stata la quinta edizione di IAB Forum, il convegno organizzato da IAB (Interactive Advertising Bureau) per parlare di Comunicazione Interattiva. Due giorni densi di appuntamenti e incontri, che purtroppo spesso si sono accavallati fra di loro, per discutere di pubblicità su Internet e sul Mobile, di Search marketing, di web analytics, di email marketing e molto altro.
Ho dovuto fare delle scelte e seguire solo alcuni di questi incontri, ma posso dire che globalmente lo IAB si è confermato un momento importante dal punto di vista professionale.
Molti professionisti del settore e alcune grandi aziende, si sono messe a dialogare per capire dove stiamo andando e a che punto siamo con la pubblicità online. Con un’unica certezza: il mondo dell’advertising online sta crescendo, e porta risultati.
Sono stati mostrati alcuni interessanti casi (molti di più a mio parere sarebbero serviti) per far capire cosa si possa fare con la comunicazione digitale e i suoi vari strumenti (non solo il web in senso stretto).
Parlero’ di vari aspetti nei prossimi post (sia su wmtools che sul mio blog personale). Per ora mi preme cominciare con il punto di vista delle aziende. Ovvero di coloro che si trovano a dover capire come investire su Internet.
Nella mattina del giovedi due interessanti tavole rotonde hanno avuto luogo nella sala plenaria. La prima ha visto sul palco una decina di grandi brand, chiamati a rispondere sinteticamente (con tanto di gong allo scadere del minuto a disposizione!) ad alcune domande mirate. In particolare la prima domanda era relativa alla quota di investimenti previsti su questo settore. Aziende come Fiat, Mc Donald, Linear, Vodaafone, Poste Italiane, Eni, Nestlè. Procter&Gamble, Intesa SanPaolo, Nissan sono state concordi nel definire un crescente utilizzo del mezzo digitale nel proprio media mix. Se alcuni case history diventati casi di studio e di successo (uno su tutti 500 wants you) rivelano una maggior apertura a Internet, in generale tutte queste grandi aziende hanno capito che la Rete offre tante potenzialità, a fronte di una certa misurabilità dei risultati e una flessibilità di soluzioni.
Fra i vari esempi citati mi è piaciuto il caso di Linear, che ha costruito una community di utenti che si scambiano consigli non mediati sulle polizze assicurative. Un forum che in poco tempo ha raggiunto i 500 thread, la cui età media è oltre i 40 anni, dove circa 3000 clienti si sono messi a disposizione per parlare con i potenziali clienti.
Anche Nissan ha riportato il caso di Qashquai, la macchina dal nome tanto difficile da pronunciare quanto da scrivere, nel cui lancio è stato determinante l’uso di Internet (quasi 1000 veicoli venduti prima l’auto arrivasse al concessionario e una brand awareness al 40% prima che partisse la campagna TV).
In generale tutti i grandi brand presenti hanno riportato le proprie storie mostrando come nel giro degli ultimi due anni sia cresciuta la fiducia e gli investimenti nel mezzo. E di come siano pronti a sperimentare, a farsi conquistare da progetti creativi (ma sostenuti da piani strategici e non da mode come Second Life) per raggiungere il consumatore. Devono soltanto capire la pecularietà del mezzo e il suo linguaggio.
Prevedono entro il 2008 di arrivare a destinare il 10% del proprio media mix a Internet (chi più chi meno) e chiedono alle aziende fornitrici di servizi (web agency, agenzie di comunicazione, agenzie sem/seo, ecc.) un aiuto nel riuscire a capire come muoversi.
Le aziende hanno compreso che è necessario comunicare al consumatore laddove esso si trova. In uno scenario in cui il consumatore è sempre più informato ed esperto, è importante riuscire a coinvolgerlo emotivamente.
Ma le aziende chiedono ai professionisti della comunicazione digitale un aiuto a capire come.
E qui è partita la seconda tavola rotonda di cui parlero’ nel prossimo post.
scritto da Elena Farinelli