Iab forum 2007: la parola ai professionisti della comunicazione

Subito dopo la tavola rotonda con le aziende, con lo stesso meccanismo (un minuto per rispondere alla domanda con tanto di gong) c’è stata la tavola rotonda con le agenzie pubblicitarie e i responsabili dei vari media.

La tavola rotonda è stata preceduta dall’ottimo intervento di Nigel Morris, Ceo di Isobar, che ha sottolineato alcuni trend emergenti: la tecnologia sempre più presente, il consumatore sempre più attivo e potente (grazie ai social networks puo’ influenzare altri consumatori su un certo brand), la maggiore sensibilità verso tematiche ambientali. Quest’ultimo punto pare essere sempre più importante per le aziende che si ritrovano ad avere un ruolo di responsabilità sull’ambiente.

Su alcuni di questi temi si sono trovati a discutere gli operatori della tavola rotonda.
In particolare sul potere del consumatore che frequenta attivamente blog, community, forum, istant messenger e puo’ influenzare le opinioni sui brand grazie al passaparola (world of mouth).

Sul palco erano presenti protagonisti di diversi ambiti: AssoComunicazione, Microsoft online, DMC, Leo Burnett, Yahoo Italia, RCS digital, Virgilio, Google Italia, IconMediaLab

Fra le varie domande, hanno dovuto rispondere alla richiesta che proviene da parte delle aziende: come porsi con gli user generated contents? Non esiste una risposta univoca, perchè Internet non è un mezzo, ma tanti mezzi. Internet puo’ essere un canale di vendita, un canale di comunicazione o di relazione. Le strategie sono tante. L’approccio ottimale è avere chiari gli obiettivi, condividerli con l’agenzia ed essere aperti e predisposti.

Le aziende devono anche piano piano cominciare a conoscere lo strumento, non possono pensare di partecipare a qualcosa che non padroneggiano. Come riportato dal responsabile di Virgilio: l’imprenditore deve navigare!

E allo stesso tempo devono essere disposte a sperimentare.

In parte c’è stata anche una critica verso i giornalisti (almeno alcuni tipi) che sono pronti a parlare di Internet solo con le mode come Second Life (o con i fatti di cronaca nera) e non in maniera seria e istruttiva, cercando di far capire cosa sia Internet dal punto di vista economico, sociale, culturale.

Peccato che la sessione sia durata troppo poco, sarebbe stato interessante continuare il dialogo fra le aziende e gli operatori della comunicazione. Ma è comunque un inizio.