LinkedIn: 5 consigli pratici per ottenere risultati

Presenza, azione e interazione: sono questi i tre elementi di cui è fatta un’attività efficace su LinkedIN. E tutti e tre vanno egualmente coltivati per ottenere risultati.

Maddalena ha 28 anni e lavora in un’agenzia pubblicitaria da quattro. Dopo la laurea e un paio di stage, è approdata all’agenzia per una piccola collaborazione. L’agenzia ha iniziato a prendere clienti sempre più grossi e Maddalena, esperta di Social Media e Community Management, è stata assunta, diventando una colonna dell’organizzazione, molto stimata da colleghi e clienti.
Maddalena ha imparato molto ed è cresciuta professionalmente, ma sa che, in prospettiva, non ha molto margine di crescita in una piccola agenzia. Le alternative che ha sono il lavoro in un’agenzia più grande o in un’azienda, opzione che preferisce. Decide quindi di ricorrere a LinkedIn, senza particolare fretta, per iniziare a sondare il terreno. Ha aperto il profilo alcuni anni prima, ma non ci ha mai badato particolarmente. In fondo, a che serve se non cerchi lavoro, si è sempre detta.

Inizia col costruire il suo profilo con attenzione, elencando le esperienze fatte e le competenze acquisite progressivamente. C’è molta richiesta di figure come la sua, Maddalena lo sa. “Cosa mi rende particolarmente qualificata? In cosa potrei fare la differenza nel mio prossimo lavoro?” si chiede. Rispondere a questa domanda non è semplice come sembra, Maddalena inizia a ripercorrere i progetti realizzati, i clienti seguiti, le cose imparate. Prima il profilo è scarno, poi diventa prolisso. Occorre lavorarci un bel po’.

1. Profilo completo e interessante:

Nome e Cognome, una foto sobria, una qualifica professionale precisa (non bariamo!). Compiliamolo e inseriamo una presentazione: siamo sintetici, specifici, interessanti.

Maddalena inizia a costruire la sua rete di contatti: amici, ex colleghi, compagni di università (chissà che fine hanno fatto?). Lo fa poco alla volta, un po’ teme che i colleghi notino questa attività. Inizia a guardare più attentamente i percorsi professionali delle sue conoscenze.

2. Creare la nostra rete:

aggiungiamo colleghi, conoscenti del settore e anche amici. E leggiamo con attenzione i loro profili.

Maddalena non ha ancora le idee chiare su dove vorrebbe lavorare, ma sa bene che ruolo vorrebbe ricoprire e che vorrebbe restare a Milano, dove si trova bene. Dopo aver completato il profilo, inizia a fare una prima ricerca usando il motore di ricerca di LinkedIn: ci sono moltissimi parametri che si possono compilare per una ricerca più raffinata.

3. Cercare lavoro con le parole chiave:

LinkedIn ha una formidabile funzione di ricerca. Quindi usiamo quelle giuste!
Questo servirà anche al social network per suggerirci offerte di lavoro attinenti al nostro profilo (guardate la colonna destra).

Nei mesi successivi, Maddalena cerca offerte di lavoro adatte e presenta la sua candidatura (a volte si può fare direttamente via LinkedIn!). Pian piano scopre che le aziende hanno delle pagine dove segnalano contenuti interessanti; alcune pubblicano lì le offerte di lavoro. Ci si può iscrivere agli aggiornamenti pubblicati.

Dopo quattro mesi, ancora nessuno le ha mai risposto.


Maddalena si dedica allora al suo profilo, condividendo contenuti di settore: le letture di aggiornamento fatte a tarda sera saranno interessanti anche per altri, si spera…

4. Contenuti da leggere e condividere:

Se un’azienda interessante ha una pagina su LinkedIn, seguiamone gli aggiornamenti.
Quanto al nostro profilo, segnaliamo anche noi articoli interessanti e condividiamo quelli altrui: è aggiornamento a costo zero!

A cinque mesi dall’inizio della ricerca, una delle aziende a cui Maddalena aveva inviato la candidatura via LinkedIn le risponde, chiamandola per un colloquio. Guardando i profili dei suoi contatti nota che un grafico che lavorava nella sua agenzia è finito a lavorare in un’azienda che a lei interessa molto. Forse potrebbe scrivergli e farsi scrivere una referenza, si dice: in fin dei conti hanno lavorato insieme per due anni…

5. Referenze, poche ma buone:

chiediamo referenze a persone di cui ci fidiamo e che ci conoscono professionalmente.

Tre settimane dopo viene chiamata per un secondo colloquio. Quattro giorni dopo le viene offerto il lavoro.
Sono passati sei mesi da quando ha iniziato a usare LinkedIN in modo attivo.
E in questi mesi ha anche capito che si sbagliava a pensare che LinkedIN serve solo quando cerchi un lavoro: se fosse stata disoccupata, avrebbe potuto permettersi di aspettare sei mesi? E se ci fosse voluto più tempo?
Maddalena provvede ad aggiornare il profilo con la nuova posizione lavorativa ma, anche se per ora non ne ha bisogno, continua a controllarlo almeno una volta o due a settimana

antonellanapolitano



Scritto da Antonella Napolitano
Lavora come consulente di comunicazione e da anni studia l’impatto della tecnologia sulla società, collaborando con aziende, pubblica amministrazione e no profit.

E’ autrice di due libri:
LinkedIn. La rete per trovare il lavoro dei sogni (Apogeo, 2011)

Facebook e la comunicazione politica (Apogeo, 2013)

Al momento è Europe Editor del magazine americano Techpresident e collabora con l’ONG italiana Diritto Di Sapere. “