Intervista a Enrico Madrigrano di Madri.com

Trascrizione dell’intervista effettuata dal TagliaBlog a Enrico Madrigrano nel febbraio 2007

Partiamo subito con una curiosità: il nickname “Madri” è (ovviamente) la parte iniziale del tuo cognome… ma non è che rischia di far pensare a tutt’altro (visto che lo hai utilizzato anche nel nome a dominio del tuo sito, e digitare www.madri.com da, come dire, una strana sensazione :-D)?

Bella domanda! Me lo sono chiesto anche io tante volte e, l’unica cosa che posso dirti e’ che nel ’98, prima di scegliere il nome “Madri” avevo fatto un po’ di brainstorming tra amici e conoscenti per capire se e cosa pensavano di questo soprannome. All’epoca infatti ero ancora consulente e non potevo scegliere una ragione sociale ma, al massimo un soprannome che avesse qualche legame con il mio nome/cognome. In molti mi hanno detto “… bhe, Madri pur non essendo molto tecnologico, mi ricorda qualcosa di positivo, di materno…” al che ho fatto due piu’ due e l’ho scelto. La scelta e’ stata piuttosto istintiva e dato che nessuno mi ha detto che quel soprannome era ridicolo, mi sono accontentato e… via!

Parlaci ora della tua formazione scolastica (e informatica)…

Asilo, elementari, medie, ragioneria, laurea in scienze politiche, master in comunicazione d’azienda. Le elementari e il master sono state le parti piu’ utili e interessanti della mia formazione scolastica. Ragioneria nonostante fosse una noia, mi e’ stata utilie per 1 materia: dattilografia (oggi scrivo al pc piu’ veloce di una stenografa, e questo e’ moooolto utile).

Scienze politiche: tempo (quasi) buttato via per un pezzo di carta. E con l’informatica? Tutta “fai da te”. Dal primo commodore-128, al primo modem 14k per collegarmi alle prime BBS (prima che Internet fosse alla portata di tutti) ho imparato praticamente tutto da solo. E cosi’, lavorando direttamente su hardware, software, drivers e plugin, mi sono fatto le ossa informatiche. Questo e’ utilissimo anche per il mio lavoro attuale dal momento che il pc e’ l’automobile con cui “guido” il mio lavoro quotidiano.

Mi sono fatto anche un po’ di cultura di programmazione e database poiche’ all’epoca (1998) mi servivano dei software di web marketing che nessuno faceva. E anche questa esperienza e’ stata utilissima perche’ oggi, quando faccio sviluppare nuovi software di Web Marketing, so’ gia’ quali sono i limiti e le potenzialita’ di strutturazione dei database e degli script, e cosi’ dialogo utilizzando la stessa lingua e logica dei programmatori (e questo significa produrre tutto in meta’ tempo e senza “grattacapi”)

Infine il Web marketing. Quello e’ stato il sodalizio naturale tra la mia passione informatica e quella per il marketing. Nel ’98 c’era ben poco in rete su questi argomenti (a parte in lingua inglese) e cosi’ ho imparatato sbagliando. Ho sbagliato tanto, ma ho imparato tanto. Tutto qui. Oggi ovviamente le cose sono cambiate e l’esperienza condivisa (tra forum, ebook, corsi, etc.) permette un apprendimento piu’ rapido ed efficace. Ma spesso mi diverto ancora a fare di testa mia e, soprattutto, a sbagliare 😉

… e poi hai iniziato a fare il SEO.

Ahi, qui iniziano i dolori… si’ perche’ ad un certo punto tutti volevano (e vogliono) il posizionamento. E tu non puoi vendere frutta e verdura se la gente vuole carne e salame (e questo me lo puo’ confermare un famoso “Seolumiere”;-) ).

A parte gli scherzi, ma la consulenza nel settore Seo l’ho sempre fatta mal volentieri. Perche’? Per due motivi:

Il primo “morale”: mi sembrava ridicolo e poco professionale vendere posizionamento a chi non sapeva cosa farsene del sito o, peggio ancora, convertiva 1 risultato su 1000 visite (e purtroppo oggi le cose non sono molto cambiate).

Il secondo “economico”. Se tu fossi veramente bravo a posizionarti e, magari anche a convertire i visitatori in risultati, venderesti il tuo tempo e la tua consulenza ad altri? Oppure useresti queste tue doti “per te stesso”?

Con questo non dico che sia sbagliato fare consulenza (anzi). E’ solo un fattore di “scelte personali”. Io per un po’ di tempo ho fatto entrambe le cose. Poi alla fine pero’ esclusivamente la seconda strada perche’ mi diverte di piu’ e ci guadagno di piu’. Tutto qui.

Raccontaci del tuo “primo incontro con le landing page”.

Era una fredda e noiosa serata d’inverno. Il mouse scrollava noiosamente da una pagina all’altra alla ricerca di qualcosa che “non c’era”. Poi, ad un tratto….  zac, eccola! Si e’ presentata lei, all’apparenza brutta e sgraziata. Ma con quel pizzico di “sex-appeal” sufficiente a spingermi a guardarla, leggerla e rileggerla. E piu’ la guardavo e la rileggevo e piu’ a miei occhi appariva anzichesi’ bella e sinuosa, alta e slanciata, una vera Dea del Web.

Poi, senza capire perche’, dopo averla scrollata tutta, dall’alto in basso, e cosi’ ancora piu’ volte su e giu’, la mia carta di credito ha iniziato a strisciare convulsamente nel mio portafoglio, per poi spingendermi inconsciamente, a quell’atto volgare chiamato… “ordine”. E quando mi sono ri-svegliato, e ha mente fredda ho analizzato il tutto, ho capito anche il motivo di quel mio “insano gesto”. Avevo ordinato perche’ in quella pagina (in realta’ cosi’ brutta all’apparenza) nascondeva qualcosa di speciale. Era una di quelle (numerose) landing-page stile americano, tutto testo-testo e zero grafica, che cosi’ tanto spesso ci fanno rabbrividire a noi italiani (a volte anche giustamente).

Pagine che pero’, nascondono tecniche e strategie di copywriting e “psicologia” che funzionano. E funzionano bene perche’ sono frutto di decenni di esperienza di psicologia e direct-marketing (di cui l’America e’ la patria) e la cui efficacia non si puo’ certo negare. Da qui comincia l’innamoramento per le landing page. Un’innamoramento importante perche’ spinge chiunque le “capisca e le studi” ad una scelta importante: mettersi in discussione. Mettere in discussione il proprio modo di “vedere” le cose, di “pensare la vendita”, di cambiare radicalmente quello “stile e approccio” di scrittura e di comunicazione che ci hanno inculcato fin dalle elementari. Io no ho inventanto nulla. Mi sono sempicemente “ri-messo in discussione” e poi studiato, applicato, testato, testato e ritestato ancora. Chiunque puo’ farlo.

Puoi dirci il segreto di una landing page perfetta?

I “segreti” se cosi’ possiamo chiamarli sono molti. E molti di essi sono strettamente correlati tra di loro. Ma il segreto piu’ importante di una landing page sta, guarda caso, nel suo opposto, ovvero nella consapevolezza della sua “imperfezione”. Quando infatti facciamo la nostra bella paginetta, per presentare “il chi siamo”, il nostro prodotto, la nostra azienda, o meglio ancora per vendere e ottenere un risultato, solitamente ci fermiamo li’. Cioe’ facciamo la paginetta, la pubblichiamo e… “fine”. Questo e’ un atteggiamento molto errato perche’ parte da un presupposto diabolico: la mia pagina va bene cosi’ com’e’, ovvero e’ perfetta !

No, non va bene ! La tua pagina non e’ e non sara’ mai perfetta anzi, devi gia’ pensare in partenza che fa schifo (e avere il coraggio di pubblicarla). Perche? Semplicemente perche’ se accetti il fatto “che e’ migliorabile” allora avrai lo stimolo di lavorarci sopra ancora un po’ oggi, e un po’ domani. E cosi’ facendo, pezzettino dopo pezzettino, la tua landing page prendera’ forma e iniziera’ a funzionare sempre meglio, e a convertire sempre di piu’. L’approccio che devi avere con le tue landing e’ un po’ quello che la mamma ha con i suoi bambini. Gli vuole un sacco di bene, ma sa che non sono perfetti. Cosi’ tra una poppatina oggi, e un calcio nel sedere domani, li aiuta a crescere e a diventare forti ogni giorno. E alla fine quel pupo diventa alto, forte e, se non perfetto, almeno capace di ottenere cio’ che vuole!

Allo stesso modo dobbiamo fare con la nostra landing-page: dobbiamo nutrirla continuamente, consapevoli che perseverando per questa strada alla fine otterremo i risultati voluti. Ecco allora che QUELLO sara’ il momento esatto di promuoverla e difarla “esplodere” attraverso tutte le attivita’ promozionali che conosciamo: seo, banner, email marketing etc.. Quello che purtroppo accade quotidianamente nel web e’ l’opposto: ovvero si fa la paginetta e la si lascia marcire li’, spendendo tonnellate di soldi in campagne promozionali che non convertono nulla.

Poi dopo qualche anno ci si chiede perche’ si sono spesi tanti soldi e ottenuti cosi’ pochi risultati… Insomma, se mi avete capito, tornate subito al lavoro ritoccando (anche di poco) la vostra paginetta. Anche se quello che fate non vi convince, fregatevene, e fatelo lo stesso. Sbagliando si impara, e anche molto.

Tieni anche dei corsi di web marketing a vari livelli… cosa hanno di speciale i tuoi corsi (rispetto a quelli di altri)?

E chi lo sa? Chiedilo a chi viene a farli 🙂

A parte gli scherzi, credo che la gente apprezzi il fatto che insegno cose concrete, basandomi piu’ sull’esperienza pratica sul campo piu’ che sul sentito dire. Il mio obiettivo nei corsi e’ che la gente non solo mi capisca, ma che metta realmente in pratica quello spiego. Cosi’ se vede i risultati e’ contenta, e anche io sono contento. Il segreto della formazione sta solo nel dire cio’ che serve, farsi capire, e dare la motivazione ad “applicare”.

… e perchè credi che si debba frequentare un corso, quando online si trova tantissimo materiale?

Frequentare un corso serve solo a 2 scopi:
1) imparare in meno tempo
2) fare meno errori (basandosi sull’esperienza altrui)

Quindi partecipare ad un corso non serve se si ha il tempo e la voglia d’imparare da soli. In rete ci sono moltissime informazioni utili per chi ha la buona volonta’ di leggere, capire, filtrare e applicare (per poi vedere se realmente funzionano) le informazioni raccolte. Pero’, il vero vantaggio d’imparare da soli e’ che bisogna per forza sbagliare e, gli errori sperimentati “sulla propria pelle” ti danno piu’ forza per cambiare e crescere. Lo svantaggio e’, come dicevo sopra, che serve piu’ tempo e forza di volonta’. Chi le ha entrambe lasci perdere i corsi e si metta subito a lavorare.

Come vedi evolvere il posizionamento?

Nella palla di cristallo non ci vedo tanto chiaro. Con tutto sto’ marasma di algoritmi, filtri anti-spam, social networking e chi ne ha piu’ ne metta, si possono fare tante previsioni (sulle quali non mi sbilancio in questa sede). Pero’ la mia palla di cristallo s’illumina quando gli faccio questa semplice (ma importantissima) domanda: “Quanto sara’ importante il posizionamento nel futuro?”

Sempre meno. No, non sono pazzo, e sono anche consapevole che dicendo questo vado in “contro-tendenza” ma, a chi ha dei dubbi, voglio girare la domanda in questo modo:

Secondo la tua esperienza: “a parita’ di tempo/risorse impiegate, quanto piu’ traffico e risultati possono portarci le altre attivita’ di web marketing convenzionali (email marketing, pubblicita’ online, comunicati stampa, etc.) e non convenzionali (viral marketing, buzz marketing, social marketing, etc.) rispetto alle tradizionali attivita’ di posizionamento?”

Quanti risultati puo’ portarci in piu’ un buon lavoro sulle landing page e sui contenuti di qualita’, piuttosto che sulla “tradizionale attivita’ di posizionamento”?

Ma soprattutto, cosa succede al nostro posizionamento quando lavoriamo su contenuti di qualita’, viral marketing, comunicati stampa, etc.? La risposta e’ semplice: prendiamo 2 piccioni con una fava! Ci facciamo conoscere, ci facciamo apprezzare, facciamo traffico e risultati e…. guarda caso, spesso ci posizioniamo anche bene!

Ecco perche’, a mio parere, il mercato del posizionamento cambiera’ radicalmente nei prossimi anni perche’ le aziende che “hanno capito” andranno dai Seo non piu’ dicendo “voglio posizionarmi primo nei motori” ma semplicemente “fai conoscere e convertire meglio il mio sito”. Da qui forse la parola “Seo” si trasformera’ in “Prots” (cioe’ “Portami Risultati O Ti Spiezzo”).

Parlaci dei tuoi obiettivi nel breve, medio e lungo termine.

A breve termine voglio andare a vivere in montagna in mezzo ad un bosco di pini. Nel medio termine voglio lavorare al max. 4 ore al giorno. E nel lungo termine voglio andare in pensione a 40 anni 🙂 A parte gli scherzi (ma non scherzavo poi cosi’ tanto), nel breve/medio termine voglio sviluppare nuovi prodotti e servizi dedicati (guarda caso) alle landing-page e, in contemporanea avvicinarmi di piu’ al mercato europeo e americano (nel quale lavoro da qualche anno). Nel lungo periodo invece ho intenzione di lanciarmi sul mercato cinese con qualche idea folle che ho in cantiere. Concludo ringraziandoti per questa intervista facendoti un grande in bocca al lupo per il TagliaBlog che sta’ crescendo come una “landing page” perfetta 🙂

Intervista effettuata nel febbraio 2007 dal TagliaBlog a Enrico Madrigrano.