La gestione dei form in un sito web

10 consigli

Qualunque sito stiate navigando, siatene certi, prima o poi vi imbatterete in un odioso form da compilare! Del resto lo strumento è imprescindibile per ottenere feedback, far completare un acquisto, far esprimere un giudizio, insomma per garantirsi una qualsiasi interazione con i propri visitatori.

Purtroppo, nonostante esistano centinaia di articoli che spiegano dettagliamene come realizzare un form efficace ed efficiente, la maggioranza dei siti web implementa in maniera discutibile una componente così critica.
Consideriamo i 10 errori più comuni:

  1. la lunghezza: l’utente non ha tempo da perdere, caratteristica dei navigatori che meno è mutata nel corso degli anni; se non riesce a compiere un task in pochi secondi abbandona la pagina senza pensarci due volte. Ecco allora che la strategia ottimale è quella di creare form con pochi campi, quelle realmente indispensabili.
  2. la mancanza di controlli: spesso i campi input in cui l’utente deve inserire del testo sono realizzati senza alcun meccanismo che permetta di generare un messaggio di errore ogniqualvolta non vi sia consistenza tra dato richiesto e dato inserito. Un esempio: se il campo deve contenere un numero telefonico e l’utente inserisce invece del testo dovrebbe essere previsto un meccanismo (del codice javascript o altro linguaggio di scripting) che informi lo stesso utente dell’errore commesso.
  3. la mancanza di spiegazioni: spesso, nei form più complessi, vengono implementati decine di campi da compilare senza alcuna informazione su come deve essere effettuata tale operazione. Prendiamo, ad esempio, il semplice inserimento del codice fiscale: raramente si specifica se i caratteri debbano essere maiuscoli o minuscoli. È vero, in genere entrambe le modalità di compilazione sono efficaci, ma l’utente non dispone di questa informazione e quindi deve sopportare una certa dissonanza cognitiva prima di prendere coraggio ed cominciare l’operazione. Consideriamo, inoltre, il caso in cui si possano effettuare più scelte in una drop box o in una sorta di menù a tendina. Non tutti sono a conoscenza del fatto che la selezione multipla possa essere effettuata tramite la pressione del tasto ctrl contemporanea alla selezione degli item tramite mouse. In molti siti, purtroppo, non viene data alcuna spiegazione al riguardo. Per non parlare della modalità di inserimento delle date, raramente viene data una spiegazione esaustiva sul formato adottato. Potrei continuare per ore…
  4. la mancanza di specificazione dello scopo: quando si richiede di compilare un form, richiediamo delle informazioni più o meno personali, eppure in molti siti non viene giustificata in alcun modo questa richiesta.
  5. la cancellazione dei campi compilati in caso di errore: è un incubo ricorrente, si compilano decine di caselle di testo, si preme invio e ci si accorge di aver commesso un errore (magari senza colpe, solamente perché il form è progettato male); si ritorna alla pagina precedente e si scopre, con sgomento, di dover ricompilare tutti i campi. C’è poco da aggiungere, questa pratica è efficacissima ad allontanare utenti dal nostro sito, è scientificamente provato. Aggiungo anche che il 99% dei form che, invece, ripropongono quanto si è già compilato in caso di errore, cancellano comunque il campo password, di accettazione di clausole o di iscrizione a newsletter. Onestamente mi sembra una pratica di sicurezza alquanto stupida.
  6. la mancanza di identificazione dei campi obbligatori: molti form inseriscono in un unico calderone tutti i campi compilabili senza spiegare all’utente quali di questi sono obbligatori e quali non lo sono. È una pratica comune, la realtà è questa: si vogliono ricevere più dati possibili da parte degli utenti. A ben guardare, però, il beneficio conseguito dal maggior numero di informazioni carpite agli utenti è sempre inferiore, in valore assoluto, al danno che si determina per l’alto tasso di abbandono. Il form ideale, a mio avviso, dovrebbe sempre essere diviso in due parti (niente asterischi o qualsiasi altro segnale di obbligatorietà): sezione obbligatoria e sezione facoltativa.
  7. una descrizione inefficiente dei campi: molti form inseriscono etichette descrittive del tutto inefficaci. Il labeling è invece un arte: in due o tre parole è necessario specificare nel dettaglio le informazioni che l’utente deve inserire nel campo;
  8. scarse spiegazioni nel messaggio di errore: spesso, oltre agli inconvenienti di cui si è parlato in precedenza, si porge all’utente una descrizione troppo approssimativa dell’errore commesso o, talvolta, troppo tecnica. È necessario invece spiegare dettagliatamente e in maniera semplice quando e perché è stato commesso un errore;
  9. la mancanza di spazio sufficiente: gli utenti sono molto diversi gli uni dagli altri. Alcuni, nei campi a compilazione libera, sono stringati e concisi, altri, invece, sono piuttosto prolissi. Entrambi le classi di utenti hanno però diritto allo stesso rispetto e considerazione. Pertanto inserire limiti troppo stringenti alla quantità di testo inseribile sembra una pratica suicida, irrita l’utente e si corre il rischio che questi, quando si accorga dell’inconveniente possa abbandonare il sito o, al contrario, decida di compilare il form ripetutamente;
  10. la mancanza di un design coerente: la maggioranza dei form utilizzano html di default, senza alcun intervento sul design delle loro componenti. A mio avviso è un errore grossolano! Trattasi, come si è detto, di un’area piuttosto delicata, non garantirle identità e uniformità con il resto del sito non può che confondere l’utente e farlo sentire insicuro. Teniamolo sempre a mente: “ci stiamo facendo i fatti suoi”!

scritto da Enrico Ladogana