In questi giorni stiamo assistendo alla vera iPhonemania: vip che rilasciano interviste sul loro rapporto di odio amore con il cellulare, recensioni su riviste tecnologiche e non, tutti che contribuiscono al buzz intorno a questo piccolo gioiellino della telefonia: l’i-Phone.
Secondo i dati riportati sul sito Bloomberg la Apple Inc. avrebbe venduto 1 milione di iPhones nei primi 3 giorni.
Code chilometriche in tutto il mondo per il lancio di un giocattolino tecnologico che si usa con un dito e permette di collegarsi a Internet come nessun altro telefono.
Persino nel negozio Apple a NY nella Fifth Avenue (aperto 24 ore al giorno, 7 giorni su 7) c’era una coda di almeno 400 persone che volevano comprare il telefonino.
In Italia in sole 24 ore pare siano stati venduti 30.000 iPhone 3G.
Viene da riflettere sul marketing che sta dietro a un lancio simile.
Steve Jobs è un genio del marketing che si diverte a rompere le regole tradizionali. Basti pensare a quello che ha fatto con l‘ipod e itunes: in genere si vende l’hardware a basso prezzo e poi si fa i grossi guadagni con il software. Jobs invece è riuscito a creare un oggetto di design che tutti amano possedere e per il quale spendono volentieri. E non rinuncia ai suoi guadagni con itunes.
E per l’iPhone pare vorrà bissare il successo.
Il lancio dell’iPhone è stato preannunciato con 6 mesi di anticipo, il suo arrivo nei negozi è stato atteso con impazienza ai quattro angoli del pianeta… si è parlato dell’oggetto senza averlo mai toccato, provato, comprato. Qualcuno parla di un approccio geniale alla Rete, di completa e totale conoscenza dei suoi meccanismi e pecularietà: i video parodia su youtube, la blogosfera, l’article marketing, i social network, il ghost marketing…
Un grosso effetto viral ha accompagnato qualsiasi informazione lo riguardasse: dai difetti ai costi dei gestori nei vari Paesi (come in Italia), dai limiti della batteria alle copie cinesi.
Insomma il prodotto non ha avuto bisogno di pubblicità tradizionale per far parlare di sè.
Ora vediamo come andranno le vendite, il prezzo in Italia non è dei più accessibili, ma forse proprio per questo è destinato a divenire un oggetto di culto al pari di una borsa Louis Vitton.