Web 2.0 e turismo online: un’attitudine e non una tecnologia

roberta-milano.jpgRoberta Milano, docente di web marketing turistico a Genova, inizia la 2 giorni di Sorrento  Travel 2.0 Academy parlando di web 2.0 e turismo online.

Inizia con alcuni dati sull’ecommerce e sull’andamento del settore turistico.

Quantità di fatturato dei top 5 dei vari settori: nel turismo online è il 57% . Pochi, grandi players fanno il grosso del fatturato. Il mercato ecommerce in Italia è un decimo di quello inglese e un sesto di quello tedesco, ma cresce a un tasso superiore. Ma anche gli altri crescono… ci vorrà tempo per colmare il gap.

Italia 5 mld di euro (USA 180 miliardi, 50 miliardi in UK, 130 miliardi in Europa, in Francia 16 miliardi , in Germania 30 miliardi di euro).

Il settore turismo nella UE (nel mercato B2C) è tra il 10 e il 25%, mentre l’Italia è sotto il 10%. Negli USA da ottobre 2008 c’è stato il sorpasso: il fatturato online ha superato l’offline nel turismo.

Altra ricerca (Casaeleggio Associati 2009): le aziende sono soddisfatte della loro presenza online (non solo turismo)?

48% è soddisfacente
13% è insoddisfacente
43% è difficoltosa e siamo in continua sperimentazione!

L’ecommerce risente meno della crisi, è il momento giusto per investire nel web. Aziende e web: cosa si può fare?

Intenzioni di investimenti sul web (Casaleggio, 2009) sempre non solo turismo: investire in marketing e promozione online.

Il marketing tradizionalmente inteso è morto: il marketing è morto in quanto sono esaurite le 2 condizioni che lo nutrivano. Primo che le persone non potessero parlare facilmente e direttamente fra di loro, secondo che il canale di trasmissione fosse concentrato, semplice e direttamente controllabile (Gianluca Diegoli).

Il marketing tradizionale (le 4 P di Kotler) è terminato. O quantomeno è evoluto. Si parla di conversazione non più di promozione. Le persone si relazionano con altre persone.

La conversazione prenderà una forma che non dipenderà dalla nostra volontà, dalle vostre linee guida e dalla vostra pianificazione – a meno che non vogliate farla emigrare altrove. Dove, comunque, di nuovo prenderà una forma non prevedibile.

Dobbiamo partecipare alle conversazioni: se parlano male di noi, è meglio che lo facciano su di noi, dove possiamo rispondere e non altrove. Sui siti sociali i turisti accettano la risposta dell’albergo che entra nella conversazione e risponde, col proprio brand.

Come le aziende vedono Internet: molto sito centrica. Il nostro sito al centro dell’universo. Invece gli utenti: vedono i motori di ricerca al centro, oppure Facebook o una rete di blog. Le aziende se vogliono interagire con le persone, devono entrare su quei siti. I contenuti diventano conversazioni. Il web: un mercato caotico, disordinato,  dove l’ordine è messo dai tag.

Sesto potere: l’azienda è il target del consumatore. (Layla Pavone, IAB Forum 2007).
Nel web 2.0 non c’è confine preciso fra chi produce e chi subisce contenuti. Il concetto di autorità è ridefinito, stravolto.