L’ipotesi dell’agenda setting approda sul web

Vi sarà certo capitato di studiare, leggere o anche solo sentir parlare della teoria dell’agenda setting – un vero e proprio “classico” in fatto di teorie sulle comunicazioni di massa.

Per quanti di voi non la conoscono, ve la riporto brevemente con le parole di E.Shaw che, nel 1979, nel suo “Agenda Setting and Mass Communication Theory”, così affermava:

“…in conseguenza dell’azione dei giornali, della televisione e degli altri mezzi di informazione, il pubblico è consapevole o ignora, dà attenzione oppure trascura, enfatizza o neglige, elementi specifici degli scenari pubblici. La gente tende ad includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto. Il pubblico inoltre tende ad assegnare a ciò che esso include, un’importanza che riflette da vicino l’enfasi attribuita ai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone.”

Questa teoria quindi non si basa sul concetto di persuasione, bensì sul fatto che i media offrono al pubblico gli argomenti su cui è il caso di formarsi un’opinione e che il pubblico si forma un’opinione su questi argomenti in dipendenza diretta dal rilievo e dall’importanza che i media vi assegnano.

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Questo significa che i media sono in grado di andare a creare nella mente del pubblico un’operazione di distorsione rispetto alla reale importanza dei singoli eventi.

Non è mio interesse in questa sede approfondire le variabili che rendono più o meno influente l’agenda setting – come le esperienze personali, il tipo di mezzo di comunicazione, la temporalità. E’ mio interesse analizzare brevemente teoria alla luce della sua potenziale azione a partire da un mezzo di comunicazione che all’epoca di questi studi (gli anni ’70) non esisteva ma che ora è parte integrante delle nostre vite: mi riferisco ovviamente ad internet.

Ora, su internet ovviamente troveremo siti web di differente tipologia e con differenti scopi. Le maggiori testate giornalistiche ovviamente hanno un loro sito, suddiviso secondo un menù che riflette la classica organizzazione dell’informazione: cronaca, esteri, interni, spettacoli, ecc ecc. Ovviamente il meccanismo dell’agenda setting in siti di questo tipo si riferisce alla home page: le notizie in home page vengono disposte in un determinato ordine, ed a loro viene dedicato uno specifico spazio. L’utente sarà quindi spinto ad assegnare una maggiore importanza alla notizia che in home page appare per prima. E fin qua, tutto procede esattamente come procede a livello offline.

A prescindere dalle testate giornalistiche presenti online, personalmente ritengo che l’agenda setting agisca in modo differente su internet. Su internet non è solo il dove appare la notizia a fare la differenza, ma anche il chi l’ha letta, quanti l’hanno letta o commentata e via dicendo.
Prendiamo un blog, ad esempio, e prendiamo un post. Dando un’occhiata generale ad un qualunque blog per la prima volta, verremo attratti ovviamente dall’ultimo post, ma anche dai post più commentati o dai post più visitati. Ed è lì che cliccheremo, pensando, “vediamo questa notizia che hanno letto tutti”. Scatta quindi il meccanismo della curiosità. E non solo. Perché se noi stessi avremo un blog, saremo tentati di riproporre la medesima notizia anche su di esso, per ottenere più visite.

Popolarità e numero di visite giocano quindi un ruolo fondamentale nell’azione dell’agenda setting online: ovvero…”è più interessante ciò che porta più visite”.

E via quindi al meccanismo che definirei delle fonti multiple, dove non si capisce più chi ha citato chi e chi ha copiato chi…e la notizia diventa in breve tempo nota a tutti ed importante…

scritto da Ilaria Scremin