Ancora su NetComm 2009

Ecco il secondo post sul NetComm.
Edmondo Lucchi di GfK Eurisko prende la parola per presentare l’indagine focalizzata sul consumatore italiano di e-commerce.
Quali sono le principali barriere ad acquistare online? tra gli ostacoli predominanti emergono la mancanza di contatto fisico con negoziante e prodotto (customer experience offline) ed aspetti legati alla sicurezza di pagamenti online e consegne efficienti.
La convenienza in termini di prezzo del prodotto/servizio e la ricchezza di informazioni descrittive appaiono essere le leve principali che spingerebbero gli utenti online ad aumentare i loro acquisti.

La sinergia tra canali offline ed online appare più che mai potenziata: non solo l’info-commerce spinge sempre più consumatori a prendere informazioni online per poi effettuare acquisti anche in negozio, ma il web risulta più che mai efficace per operazioni di branding.

Il dato che mi lascia perplessa riguarda l’influenzabilità degli acquirenti: secondo la ricerca svolta da GfK Eurisko, soltanto il 25% di acquirenti italiani di prodotti e servizi dichiara di tenere conto di pareri di altri utenti espressi in siti di recensioni, blog e forum per i proprio acquisti online. Oltre ai problemi di attendibilità della fonte, pare che gli utenti abbiano difficoltà a valutare se i pareri degli altri utenti che non conoscono sono in linea con le proprie necessità, gusti, preferenze ed abitudini.
Questo dato mi pare di gran lunga sottostimato, se confrontato con quanto emerso al BTO light che si è svolto ad Aprile a Firenze: anche se riferito al solo ambito turistico, secondo i dati emersi, ben il 67% dei consumatori ritiene che le opinioni online siano il primo fattore di scelta.

Secondo la ricerca compiuta da Gfk Eurisko, l’influenzabilità degli acquisti online cresce se le fonti sono rappresentate da parenti/amici/conoscenti: per questo motivo i modelli di “social e-commerce” sono da ritenere un’interessante evoluzione dell’e-commerce tradizionale.

E’ adesso il turno del Prof. Alessandro Perego della School of Management, Politecnico di Milano.
L’e-commerce italiano nel 2008 vale 5.914 milioni di euro (quasi 6 miliardi), in crescita del 18% rispetto all’anno precedente. I settori più performanti nel corso del 2008 sono stati: l’abbigliamento (+50%), Editoria/Musica/Audiovisivi (+27%) ed il turismo (+21%). Risultati positivi anche per Assicurazioni (+16%) ed informatica/elettronica (+14%).
In termini percentuali, a farla da padrone è ancora il turismo (55% di fatturato e-commerce), seguito da Informatica/Elettronica (9%), Assicurazioni (8%), abbigliamento (4%).
L’e-commerce appare ancora molto concentrato: i top 20 rappresentano i 3/4 del mercato.

I servizi (Turismo, ticketing, ricariche, c2c ecc) rappresentano bel il 68% delle vendite e-commerce in Italia, situazione opposta rispetto all’Europa presa come aggregato, dove i servizi rappresentano 1/3 dell’e-commerce totale.
La principale causa, oltre all’offerta turistica di grande valore di cui disponiamo (questo è un parere personale!), è da individuarsi nella quasi assenza sul mercato italiano online della distribuzione moderna. Soltanto il 12% della GDO food ed il 27% delle non food è presente online in Italia.
Inoltre, a livello europeo, i prodotti come Grocery, Home products ed abbigliamento pesano almeno il 10% ciascuno sul valore totale del commercio elettronico.

Alla fine del suo intervento, il Prof. Perego si “sbilancia” anche su previsioni per il 2009, basate sui risultati del primo trimestre: rispetto ai primi tre mesi del 2008, la crescita è pari allo 0%.
Su questo risultato pesa il turismo, con -3%, unico settore in negativo.
Per gli altri settori (prodotti fisici) è proseguita la crescita, anche se a tassi inferiori rispetto ai dati del 2008. In questo quadro colpisce positivamente il Grocery, con una crescita pari all’+11%.
Veniamo alle buone notizie: nonostante la sostanziale stabilità del fatturato, si prevede che nel 209 il numero di ordini aumenterà del 10%. I due dati possono abbinarsi soltanto se immaginiamo una lieve diminuzione dei prezzi ed un leggero calo nello scontrino medio (da 250 euro del 2008 a 225 previsti nel 2009).
In sintesi, la prevista crescita zero è in realtà una crescita del 10% degli ordini ed una riduzione del 10% nel valore medio dello scontrino.
Un’altra buona notizia riguarda le vendite all’estero: nel 2009 ci si aspetta che le vendite oltre confine aumentino in valore ci circa il 20%.

Per chi fosse interessato ad approfondire questi argomenti, trovate le slide del forum qui

post scritto da Claudia Martino, vedi anche il precedente>>