Ieri c’è stata la giornata a Roma di IAB FORUM, l’evento dedicato al mondo dell’advertising online organizzato da IAB Italia.
Una scommessa quella degli organizzatori (fra tutti Layla Pavone e Mauro Lupi) vinta con successo, a giudicare da quanto piena fosse la sala plenaria. Un po’ più ridotti gli spazi (pochi espositori, niente seminari) ma comunque tanti argomenti, tante domande e tanta voglia di capire da parte delle aziende.
Si è parlato (ancora) di web 2.0, di social networks, di dialogo fra aziende e consumatori, di viral, di video… ma anche del bisogno di capire come usare tutte queste potenzialità. Le aziende hanno compreso la necessità di investire su Internet ma non riescono ancora a padroneggiare certi termini e strumenti. Chiedono ai centri media e alle agenzie di aiutarle. Queste ultime invece vogliono dalle aziende un atteggiamento sì aperto, desideroso di sperimentare, ma anche la capacità di accettare una maggior semplicità (basta con l’idea del “famolo viral!”).
Nella mattinata oltre agli interventi di Montemagno, di Layla Pavone e di Vito di Bari (con le 10 problematiche/opportunità del web), c’è stata la presentazione di AUDIWEB il sistema che dovrebbe garantire la produzione di un sistema censuario dei dati relativi a Internet che sia il più possibile aderente alla realtà. Ci tornero’ in un prossimo post con alcuni dati riportati e la metodologia d’intervento.
A conclusione della mattinata: la tavola rotonda con 5 grosse aziende che hanno riportato alcuni case history di successo relativi al web. Renault col lancio della Nuova Twingo, Enel con il brief della campagna su ZOOPPA, Avis con il noleggio della Golf Bifuel, Procter&Gamble con la campagna di lancio di un nuovo rasoio…
Tutte hanno detto di aver raddoppiato gli investimenti sul mezzo (nel caso di Avis si è arrivati al 20% del media mix) e di aver compreso che sia un mezzo potentissimo, dai grossi ritorni. Tuttavia loro stessi hanno difficoltà a capire quanto e come muoversi, e chiedono agli operatori di settore diverse cose:
– una parte maggior unità fra le agenzie creative dell’online e dell’offline (spesso si trovano con interlocutori diversi e contrastanti oppure hanno a che fare con realtà che si limitano a coniugare uno stesso messaggio su diversi mezzi, anzichè sfruttarne le peculiarità).
– un dialogo migliore fra chi sviluppa aspetti creativi e chi invece vende spazi (spesso sono le aziende a dover mediare!).
– riduzione dei tempi di consegna (Internet sta diventando più lungo della Tv, del cinema e della stampa!).
– competenza strategica (non solo voglia di stupire o colpire tramite aspetti emotivi, ma anche capacità di stabilire una relazione duratura col cliente).
Su altro tornero’ successivamente, in altri post, qui mi limito a dire che l’interesse era forte. Le aziende sono pronte. Speriamo bene…
post scritto da Elena Farinelli